In queste poesie potrete cogliere stati d’animo e sentimenti tipici di un’età critica, quella adolescenziale, segnata spesso da complessi esistenziali e turbamenti. Sono parole che tendono a restare inespresse e che nascondono problematicità che segnano la vita di una persona al punto da condizionarne le scelte future. Attraverso la scrittura, a volte, accade che il “non detto” riemerga ed esca fuori con l’impeto di chi da tempo avverte l’esigenza di tirar fuori tutto ciò che ha dentro… ed ecco, in questi versi, “poesie tratte dal Diario di un’adolescente“, qualcuno forse potrà rispecchiarvisi, oppure potrà comprendere ciò che può attraversare un ragazzo o una ragazza, introversi, e provare ad immedesimarsi per capirli e sostenerli, trasmettendo in loro fiducia nel potersi esprimere, fiducia nelle proprie capacità, fiducia in se stessi, imparare a conoscersi senza dover fare confronti con gli altri, perché è importante capire che ognuno di noi è unico ed irripetibile, ognuno di noi ha un talento, ognuno di noi è abile in qualcosa… e nessuno, soprattutto noi stessi, deve dubitare di ciò!

Avendo iniziato a scrivere da poco

sarebbe impossibile riprodurre i pensieri di una vita come fosse un gioco.

Mi limito per questo a trascriverne i ricordi

di un’infanzia e un’adolescenza ormai dei primordi.

Bambina timida io ero

tanto che nessuno si accorgeva che c’ero;

coccolata al seno della mamma

che fino a quindici anni mi cantava la ninna nanna.

Solo al suo cospetto sicura mi sentivo

e nulla di me riuscivo a far sentir vivo.

Arrivata a trent’anni con mille rimpianti

per non aver mai cercato di realizzare sogni tanti

per non aver espresso i miei talenti

sicura che gli altri se li sarebbero messi sotto i denti.

Per nulla certa delle mie capacità

ho sempre negato di avere abilità

restando per tutti

l’invisibile creatura tra i tumulti.

Ogni tanto osavo esprimere le mie virtù

ma in risposta ricevevo biribù

per non dire prese in giro

questo mi spettava come tiro.

(da … lacrime di un’adolescente)

Chi la storia del brutto anatroccolo conosce

potrà capire tutte le mie angosce

a sei anni con gli occhiali

mentre i compagni davano segnali

di beffe risa e scherno

che per tutta la vita hanno lasciato il segno

generando una fanciulla che lotta ogni giorno

per aver consensi da chi ha intorno

finendo per apparir così

vanitosa o giù di lì..

Chi mai l’avrebbe detto che quella timida creatura

si sarebbe fatta in quattro per divenir matura.

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